Scultura Della Carta

I manoscritti di Leonardo, raccolti nei taccuini di appunti o proposti come singoli fogli, rappresentano uno straordinario itinerario nella mente e nell’attività quotidiana dell’artista fiorentino. L’opera pittorica, pur nell’eccezionale qualità dei risultati, è costituita da un numero ridotto di tele ed affreschi sia a causa delle contingenze storiche, che videro l’Italia nella seconda metà del Quattrocento percorsa da sanguinosi scontri e da un’instabilità politica che costrinsero molti artisti a spostamenti spesso disagevoli e frettolosi, sia per un personale metodo di lavoro, segnato da una costante ricerca e da un approfondimento che si avvicina, nel continuo rimetter mano al pennello, a quella insoddisfazione che contraddistingue, quasi per antonomasia, l’artista moderno.

Scultura Della Carta

I manoscritti di Leonardo, raccolti nei taccuini di appunti o proposti come singoli fogli, rappresentano uno straordinario itinerario nella mente e nell’attività quotidiana dell’artista fiorentino. L’opera pittorica, pur nell’eccezionale qualità dei risultati, è costituita da un numero ridotto di tele ed affreschi sia a causa delle contingenze storiche, che videro l’Italia nella seconda metà del Quattrocento percorsa da sanguinosi scontri e da un’instabilità politica che costrinsero molti artisti a spostamenti spesso disagevoli e frettolosi, sia per un personale metodo di lavoro, segnato da una costante ricerca e da un approfondimento che si avvicina, nel continuo rimetter mano al pennello, a quella insoddisfazione che contraddistingue, quasi per antonomasia, l’artista moderno.

Sfogliando i taccuini si ha l’impressione di assistere, come se si fosse una presenza invisibile, al fluire dei pensieri e dei ragionamenti che dall’osservazione passano alla messa a punto di una soluzione a problemi specifici di ordine pratico o ad uno schema di interpretazione dei fenomeni naturali.

Sfogliando i taccuini si ha l’impressione di assistere, come se si fosse una presenza invisibile, al fluire dei pensieri e dei ragionamenti che dall’osservazione passano alla messa a punto di una soluzione a problemi specifici di ordine pratico o ad uno schema di interpretazione dei fenomeni naturali.

Questo processo di studio e di lavoro, che nella sua traduzione su carta volutamente ignora le barriere, oggi consolidate, tra attività scientifica ed artistica, rivive con forza ed originalità nelle edizioni dei manoscritti che vengono qui presentate in mostra. Si tratta di esemplari che replicano meticolosamente e fin nei dettagli i testi leonardiani, tuttavia si potrebbero definire con un ossimoro che li qualifica come “riproduzioni uniche”.

La riproduzione, per sua natura, dovrebbe contrastare con il carattere di unicità di un oggetto in quanto ambisce esclusivamente ad essere il più somigliante possibile all’originale a cui si riferisce ed in effetti ciò sembrerebbe accordarsi con quanto si è accennato circa l’estrema cura nel riproporre tutti gli aspetti dei manoscritti di Leonardo. Va sottolineato che Collezione Apocrifa da Vinci non ha voluto realizzare delle riproduzioni tecniche, quindi di natura meccanica, dei taccuini e dei disegni.

Il valore ed il senso della sua operazione sta in questa sottile distinzione tra la riproduzione meccanica, che produce un oggetto impersonale perché privato dell’aura che contraddistingue l’originale e proviene dalla sua essere un unicum, collocato in uno spazio e in un tempo preciso ed una riproduzione mediata da tecniche artigianali ed umane, le quali certo non possono ricreare l’aura dell’oggetto autentico, ma ne alimentano una in relazione di consonanza con la prima.

Il lavoro che Collezione Apocrifa da Vinci ha condotto sul Codice Leicester, il Codice sul Volo degli Uccelli, il Codice Forster I, il Codice Forster II, il Codice Forster III, il Manoscritto A ed i Disegni Anatomici della I e II serie è il frutto di una raffinata selezione dei materiali, dalle carte di pregio alle sostanze per la tintura, alle sete degli involucri e di una lunga ricerca sui procedimenti di colorazione e di lavorazione della carta. La durata di questi procedimenti di produzione, vincolata dalla scelta di una lavorazione che è sempre rivolta al raggiungimento di alti obiettivi di resa, determina dei tempi lenti, nei quali si sedimenta un complesso nucleo di valori formali.

I bordi frastagliati delle pagine, le lacerazioni e tutte le ferite che il tempo ha impresso sui fogli sono curate con un lavoro di limatura e di affinamento, che addolcisce il taglio netto della carta e restituisce la sensazione di levigatura che il tempo esercita sugli oggetti. Ma è la carta stessa che acquista una diversa consistenza, di sonante pienezza rispetto al materiale consueto che siamo abituati a maneggiare ogni giorno, così lo scroscio sordo che si sente facendo scorrere velocemente le pagine rimanda all’azione degli elementi naturali, tanto più incisiva nel caso di questi manoscritti se si considera che furono custoditi da Leonardo nei suoi spostamenti. Allora sarà il calore del sole che secca e fa risuonare le pagine o l’umidità che le muove rendendole leggermente ondulate e curve o i semplici fatti di ogni giorno che, nel trascorrere del tempo, le hanno macchiate e logorate. I toni di fondo variano dalla sabbia al rosso mattone ad un blu cobalto modulato, in alcune parti, verso i giallo rossi, si tratta come si diceva di variazioni che dipendono dagli accidenti del tempo, ma anche dalla disponibilità di materiali di cui Leonardo di volta in volta e spesso casualmente disponeva per disegnare e fissare le sue osservazioni e annotazioni.

I manoscritti che Collezione Apocrifa da Vinci ha prodotto rappresentano una realizzazione unica, nelle qualità percettive che propongono, nella cura dei dettagli e del confezionamento complessivo, la motivazione di fondo di questo risultato consiste nell’ essere riuscito a saldare la resa fedele degli originali di Leonardo, che ci consente di avere tra le mani un oggetto che offre l’esperienza di osservare e sfogliare i taccuini ritrovando le stesse caratteristiche e soprattutto la sensazione complessiva che si potrebbe avere con i codici autentici e di essere sfuggito all’idea pretenziosa e impossibile di una replica assoluta, quindi davvero “falsa” perché neutra. I suoi lavori, come già si è accennato, esibiscono un consistente spessore che estetico che guadagna una dimensione di risonanza perché si richiama alla scrittura ed ai disegni che Leonardo ha lasciato nei suoi manoscritti ma anche ai segni che il tempo ha depositato sulle pagine.